La parola Rosario nasce in epoca medioevale. Tutto parte dall’usanza di mettere una corona di rose sul capo della statua raffigurante la Madonna nel mese a lei dedicato, maggio, che è anche il periodo dell’anno in cui fioriscono le rose.

Quando poi si è deciso di realizzare una collana con nodi, grani, per tenere il conto delle ripetizioni della preghiera Ave Maria, ai monaci cistercensi è venuta l’idea di darle proprio il nome di Rosario; in riferimento alle rose disposte a corona che si ponevano sulla testa delle statue che raffiguravano la Madonna.

In che modo sono nate le preghiere che formano il Rosario

L’origine della recita del Rosario come lo conosciamo noi parte dai 150 Salmi di Davide recitati all’interno dei Monasteri. Successivamente nacquero i Misteri del Rosario e le lodi dedicate a Maria. Data importante è il 1470, quando il domenicano Alain de la Roche, che era in contatto con i frati certosini da cui aveva appreso la recita del Rosario, organizza la prima Confraternita dedicata al Santo Rosario. Alain de la Roche porta a 15 i Misteri che sono suddivisi in gaudiosi, dolorosi e gloriosi.

Nel territorio italiano fu diffuso attraverso le Confraternite del Rosario, costituite da Pietro da Verona, un santo che apparteneva all’Ordine domenicano. Dunque, si può affermare che il Rosario ha avuto origine dall’Ordine di San Benedetto, rafforzandosi poi con i Certosini.

Quindi è stato grazie a lui se si è diffusa sempre più tale pratica di preghiera, che oggi praticamente tutti conoscono, anche chi non è religioso. Tra l’altro il Rosario definito nuovo è caratterizzato da un pensiero contenuto in ogni Ave Maria, mentre il Rosario vecchio escludeva la forma di meditazione, includendo soltanto l’Ave Maria.

Caratteristiche di questo oggetto sacro

Come detto, anche chi non è credente o non è praticante sa come è fatto un Rosario.

L’oggetto sacro, un tempo fatto solo in legno o in corda, oggi è anche un accessorio prezioso, oppure può essere fatto in plastica. Se vuoi avere maggiori informazioni sul Rosario puoi consultare il sito web della Effe-Erre, azienda specializzata nella produzione di articoli religiosi.

Come si usa il Rosario

A prescindere da come è fatto, resta inalterato il suo uso: il Rosario si utilizza per meditare e pregare. Per quanto concerne le preghiere, si ripetono un quantitativo di volte corrispondente al numero dei grani di cui dispone il Rosario, che sono 50, divisi in 5 decine.

La corona, quindi, è formata da 5 decine di grani, che si chiamano grani minori o delle Ave Maria; questi vengono intervallati da 5 grani che risultano essere maggiormente distaccati, quindi uno ogni 10 grani. Si tratta dei grani maggiori oppure del Padre Nostro.

Un Rosario semplice è composto da 59 grani, tutti uniti per creare una collana. Ogni grano bisogna tenerlo tra le mani, mentre si recita il Santo Rosario. Di tutti questi grani, 53 sono dedicati all’Ave Maria. Invece gli altri sei sono per il Padre Nostro.

Attualmente per la recita del Santo Rosario si adopera una corona, ma nei tempi passati si usava una cordicella munita di nodi, definita col termine di Paternoster anche quando si utilizzava per contare le Ave Maria.

La corona del Rosario è uno strumento fondamentale per contare le preghiere. I Rosari dal punto di vista della tradizione, sono collegati al cattolicesimo, ma il loro utilizzo è presente pure in altre tradizioni di tipo religioso.

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